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Convegni

Sviluppo Locale e Formazione-Intervento
Formia 27 Giugno 2003

1. Il convegno a Sperlonga

Con il convegno intitolato “Formazione Intervento e Sviluppo locale” è stata avviata una nuova prospettiva di “sviluppo locale”.
Il comune di Sperlonga e molti altri comuni del Sud Pontino hanno pensato infatti di lanciare un programma che richiami sul territorio in periodi diversi da quelli estivi gli studiosi che lavorano attorno al cambiamento organizzativo, alla formazione, alla comunicazione e all'ambiente, come luogo di  dibattito ricorrente.
Una nuova e diversa Cernobbio, dove i temi del dibattito ruotano intorno alla “gestione del cambiamento” , ma dove il cambiamento riguardi tutti gli attori di un territorio che hanno ragione sempre più di lavorare assieme e in modo sinergico per assicurare il benessere dei cittadini che in esso risiedono.
Altri luoghi sono stati usati per ritrovarsi tra “addetti ai lavori” e riflettere sui cambiamenti, ma quasi sempre riguardano settori specifici. La Pubblica Amministrazione ad esempio si ritrova a Rimini ad aprile, a Roma a maggio e a Bologna a settembre.Gli imprenditori si riuniscono in altri luoghi (Capri e Cernobbio), i formatori cambiano città ogni anno,  così pure gli ergonomi o i consulenti di  organizzazione.
In genere questi luoghi  sono usati per rincuorarsi facendo leva sui successi degli altri, come avviene nella Pubblica Amministrazione, oppure formulare delle riflessioni e a volte dei moniti di alcuni nei riguardi di altri, come avviene spesso nei convegni degli industriali, o per disegnare dei trend, come avviene sempre nei convegni degli economisti.
La scelta di Sperlonga è invece quella di riunire assieme tutti coloro che sono coinvolti da quei  cambiamenti che rendono più vivibile un  territorio e farli riflettere sul come lavorare assieme per progettare e realizzare delle innovazioni efficaci, come usare la formazione per farlo, quale apprendimento ricavarne a vantaggio della continuità e dello sviluppo del processo d'innovazione avviato.
Il  territorio è  dunque il  centro della riflessione, la gestione delle azioni che si  fanno su di esso per migliorarne la vivibilità è l'obiettivo, il processo di  apprendimento che l'alimenta  ne costituisce al tempo stesso un immediato risultato se consapevolizzato dagli attori che lo vivono.
In esso si intende riunire dunque gli studiosi  che tracciano i trend di sviluppo, gli amministratori che hanno la responsabilità di  amministrare la “cosa pubblica”,  ma anche di guidare lo sviluppo di un territorio, gli imprenditori che raccolgono e investono risorse per finalizzarle verso obiettivi praticabili e redditivi, ma anche di occupazione e di benessere economico, i consulenti che assecondano i  processi di  cambiamento e aiutano le organizzazioni a migliorarsi e a integrarsi.

2. L'accordo tra il Comune di Sperlonga e l'Istituto di Ricerca sulla Formazione Intervento

Per fare questo il comune di Sperlonga ha stilato un accordo con l'Istituto di Ricerca sulla Formazione Intervento per un primo triennio di sperimentazione. Sono previsti convegni, incontri e ricerche finalizzate a comprendere come sviluppare l'apprendimento di tutti gli  attori di un territorio per incentivare e determinare un proficuo lavoro comune.
In questo accordo è previsto il coinvolgimento in particolare delle quattro università che operano nei pressi del luogo scelto per tale iniziativa e cioè: La Sapienza di Roma, l'Università di Cassino, l'Università  Federico II  di Napoli, l'Università del Molise.
Il convegno si è tenuto nel Sud Pontino, area nella quale il sindaco del comune di Sperlonga, Armando Cusani, ha concesso una sede stabile all'Istituto per la ricerca e la convegnistica internazionale. Ciò, sia in connessione ad un vasto intervento di sviluppo locale già in corso, sia al fine della promozione di  un  turismo che può contare su  un enorme patrimonio di ricchezze storico-culturali e archeologiche.

3. L'ospite d'onore

Ospite d'onore del convegno è stato il  famoso sociologo francese Edgar Morin.
Un “fondatore”, lo  ha chiamato il  prof. Mario Morcellini direttore del Dipartimento di Sociologia e  Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma che lo ha presentato.
Egli è infatti  propugnatore di  una teoria che punta al superamento delle differenze tra le conoscenze, che auspica l'integrazione dei saperi e la visione “sistemica” dei fenomeni. Egli è uno studioso che ci sollecita a guardare contemporaneamente l'uomo come parte dell'universo e l'ambiente come elemento di vita, chiedendoci di rifuggire da quelle teorie che vogliono immaginare l'uomo come il  forgiatore dell'universo, come l'essere che piega la natura ai propri bisogni.
I suoi insegnamenti sono del tutto coerenti con quello che si intende promuovere a livello locale  per fare in modo che le diverse componenti organizzative che si animano su un territorio decidano di lavorare assieme e integrare le loro azioni in modo armonico, cooperativo e propositivo, ma anche in modo rispettoso dell'ambiente che ne contiene l'agire.
Edgar Morin   ha superato gli ottanta anni  ( è nato nel 1921) ma  trova ancora un sorriso per tutti coloro che gli si avvicinano  e che, soprattutto quando parla,  trova l'energia vitale per raccontare, per incitare, per trasferire i suoi pensieri, il suo modo per vedere l'operato dell'umanità, per criticarne le debolezze, per valorizzarne le potenzialità, per incitarne la creatività.
In alcuni  momenti la sua voce, un  po' flebile, si alza, i suoi occhi brillano, le sue mani accompagnano le immagini del suo discorso, il suo corpo  si erge e si impone.
Si vede e si sente che ha dentro tanta energia, che è un fervore interno, oramai interno, conservato con sempre maggiore pudicizia. Non ha voglia più di dire, non ha voglia di rilasciare interviste, di essere un uomo pubblico. Ha solo voglia di vivere ancora, semplicemente, con i sandali ai piedi, con un vestito comodo, con i suoi appunti vergati con la stilografica su foglietti piccoli e bianchi che gli servono per rammentare ciò che dirà. Ha voglia di parlare quando sente altra voglia intorno a sè, quella di ascoltare. Il suo in  fondo è un gesto d'amore…regala quello che ha pensato, quello che ha sentito, quello che ha amato e in cui ha creduto ….regala se stesso. 
E la sua parola vola, unisce lingue diverse nel tentativo comunque di parlare a un pubblico italiano, ma dentro c'è un po' di francese, di spagnolo, di latino. La sua parola tocca temi semplici ma universali:  parla delle istituzioni, dell'educazione, della vita, dell'etica, dice che vanno riformate e adattate all'uomo. Un uomo che non può essere solo mosso da ragioni economiche (homo economicus) ma che deve compatibilizzare questo aspetto con il suo essere sociale e le sue caratteristiche biologiche. 
“Vede”- gli dico - “questo è un territorio particolare, qui ci sono diversi comuni che si stanno unendo per organizzare un servizio comune…..”
Lui  mi  ferma e dice: “io parlerò in generale”…..
Si vede che Morin  oramai è centrato su un approccio universale: è alla ricerca di significati di fondo della vita e dell'umanità, in una logica cosmica in cui l'individuo costituisce una particella di un sistema di  una complessità molto maggiore di cui è  interprete.
Il territorio del Sud Pontino lo interessa, ma nella misura in cui gli consenta di rivedere “in piccolo” ciò che la sua visuale dell'universo già gli indica come necessario, di commentare con “un gruppo di persone” i fattori del cambiamento in cui l'intera umanità comunque è coinvolta.
Nel territorio si tratta di abbattere la cultura del campanile e integrare gli interessi delle diverse organizzazioni, distogliere l'essere umano dall'egoismo; nel mondo si tratta di abbattere i muri dell'ideologia, sventare le dittature di destra e di sinistra, combattere le globalizzazioni che alimentano il  consumismo e lo spreco che esso determina.”
Insomma una bella lezione di vita!

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